Ormai è tempo di parlare dell’identità femminile attraverso il termine “Gattara”
Sveliamo come spesso le donne vengano etichettate in modo offensivo. Attraverso le nostre esperienze personali, è importante creare uno spazio in cui ogni donna possa essere se stessa senza pregiudizi.
Gatte morte, Gattare o siete solo voi stesse?
Vi siete mai sentite etichettate o messe in ruoli decisi da altri? Oppure sopraffatte da eventi? Se la risposta a queste domande è sì, allora (forse) siete nel posto giusto.
Mi spiego meglio. L’idea per questo blog mi è venuta una sera mentre bevevo cioccolata calda, il mio momento di relax e di conforto. Riflettevo sulla giornata passata e, tra tanti dubbi e tentativi falliti per non farmi innervosire, la spiegazione più semplice per la strana serie di eventi in cui mi sono trovata (mio malgrado) è stata: ho l’ortaggio sbagliato.
Sì, parlo proprio di quella cosa lì.
In questo momento non voglio parlare di donne e patriarcato, sappiamo che c’è ancora molta strada da fare.
Mi chiedo: non facciamo già troppo?
Tra lavoro, traffico, spesa, animali, commissioni, case, libri, auto, fogli di giornale (scusate, non ho resistito!), non siamo anche gattare, gatte morte, galline, civette, cagne, pantere?
Quante volte ci chiamano con nomi (animaleschi e non) spesso non richiesti e non meritati?

Molte ricerche mostrano che le donne subiscono quotidianamente definizioni sminuenti e offensive. Sono attaccate costantemente sia come donne che come persone.
Perciò, che siate gattare, gatte morte, galline, civette, cagne, pantere o altro, che siate donne o meno, con figli o senza, con animali o no, ricche o povere, lavoratrici o no, bionde, more o rosse… non importa. Se alla fine della giornata vi sentite stanche e avete bisogno di essere voi stesse, mi piacerebbe che questo spazio diventi la vostra tazza di cioccolata calda.
Ma che diavolo c’entra la Gattara?
Secondo la Treccani la definizione di gattaro (o gattara) è la seguente:
s. m. (f. -a) [der. di gatto], region. – Per lo più al femm., persona affezionata ai gatti, che cura e nutre anche i gatti randagi.
Secondo gli stereotipi, la Gattara è una donna sola, spesso anziana, brutta e povera, che si prende cura di molti gatti e viene considerata un po’ pazza, ispirandosi alla figura della Cat Lady angloamericana.
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Chiunque percepisca di rientrare in una delle caratteristiche menzionate può essere considerata una Gattara
Ti sei mai chiesta se potresti essere una Gattara?
Hai dei gatti, sei donna, adulta e single? Bevi troppo? Dici sempre la tua? Se sì, potresti essere una Gattara.
Personalmente, sono stata chiamata così diverse volte, principalmente quando sono single, perché ho un gatto (o più a seconda del momento) e ne ho uno tatuato.
Spesso l’ho sentito dire da uomini rifiutati: “Non mi vuoi? Sei una Gattara!”.
Sì, e allora?

Il tentativo di riscatto tramite nomi offensivi svela molto del carattere delle persone. Questo accade quando non soddisfiamo le aspettative altrui o non rientriamo nel nostro ruolo.
Vi è mai successo di essere definite in questo modo?
Vorrei che “Cat Lady” fosse uno spazio per divertirci e ridere di noi stesse, dove possiamo essere noi stesse (ourselves) senza pregiudizi.
Benvenute e benvenuti.

